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18 settembre 2012

Il Neanderthal piumato

Scienza o Mito post-moderno? (Opera di E. Troco)
Nella grande famiglia delle scienze paleontologiche, l'unico settore nel quale le suggestioni e la nostra innata autoreferenza sono pervasive (e spesso in modo inconscio) più che nel campo della theropodologia è la paleoantropologia. E tra tutti i temi paleoantropologici, Homo neanderthalensis è quello che più massicciamente attira miti, leggende, suggestioni, bisogni di spiegazioni cariche di significato e di "valore". I Neanderthaliani sono simboli prima ancora che ipotesi paleontologiche.
Con questa introduzione ho esplicitato in modo diretto e chiaro la mia posizione molto critica su un'ipotesi recente sulle capacità cognitive (qualsiasi cosa ciò significhi) di H. neanderthalensis basate su una serie di studi tafonomici che coinvolgono resti di uccelli in siti del Pleistocene medio e superiore europeo.
Sulla base di analisi sull'abbondanza dei resti di uccelli, sulla abbondanza relativa di ossa di alcune aree dello scheletro e sulla frequenza di tracce di macellazione sulle stesse, è stato sostenuto che Homo neanderthalensis avesse un uso "culturale" delle penne remiganti degli uccelli, probabilmente, secondo tale ipotesi, come ornamento (Peresani et al. 2011). Si tratta di un'ipotesi molto forte, se non straordinaria, che induce automaticamente gli scettici come me a rispondere che "ipotesi straordinarie richiedono evidenze straordinarie". A mio avviso, finora, tali evidenze straordinarie non sono affatto state presentate. In particolare, il salto logico dalle evidenze presentate (presenza e distribuzione dei segni di macellazione nelle ossa aviane) alle conclusioni cognitive (macellazione per ottenere le penne remiganti come ornamento/uso culturale) è del tutto gratuito, sopratutto considerando ipotesi alternative ugualmente plausibili che non richiedano speculazioni così radicali. La mia esperienza sulla storia delle ipotesi paleontologiche mi induce ad un forte scetticismo, dato che questo appare come uno dei tanti casi della lunga lista di ipotesi suggestive sostenute da deboli fondamenta.
Vi ricordate l'ipotesi della caccia sociale in Deinonychus? Un mito molto forte sul piano della suggestione, dalla apparentemente robusta fondazione empirica, ma che è stato facilmente demolito non appena è stato rivalutato in modo lucido e analitico con i metodi rigorosi dell'indagine tafonomica. Trovo molto interessante che in paleoantropologia esistano episodi analoghi, di ipotesi di "caccia attiva" da parte dell'uomo per spiegare siti paleolitici ma che, ad un'attenta indagine tafonomica, si sono rivelati indistinguibili da siti naturali di accumuli di ossa, sfruttati dagli ominidi in veste di saprofagi opportunisti (Norton et al. 2007).
In uno studio pubblicato oggi, Finlayson et al. (2012) censiscono in modo sistematico le associazioni fossilifere aviane dell'Europa del Pleistocene superiore al fine di stabilire se esistano evidenze statistiche robuste di un legame tra la distribuzione dei neandertaliani e quella di uccelli come corvidi e rapaci. Inoltre, essi determinano se le evidenze di macellazione selettiva sulla ossa delle ali di questi uccelli abbiano una distribuzione sporadica o persistente nei siti neandertaliani.
Fin qui, lo studio è rigoroso e molto interessante. Il punto a mio avviso più importante, che gli stessi autori sottolineano, è che l'analisi indica una robusta associazione tra neandertaliani, corvidi e uccelli rapaci, inclusi uccelli che nidificano sovente su pareti di roccia, e che tale legame sia molto probabilmente di tipo ecologico. Il punto a mio avviso più debole è invece nel tentare di spiegare tale legame, e le evidenze di macellazione sulle ossa di uccelli, ricorrendo all'ipotesi "culturale".
Rileggendo i dati emersi dallo studio, io propongo un'ipotesi meno rivoluzionaria, meno radicale, sicuramente meno suggestiva, ma ugualmente valida.
L'associazione ecologica tra questi uccelli e neandertaliani si spiega benissimo se riconosciamo che questi animali (inclusi gli ominidi) sfruttavano le stesse risorse ed erano quindi competitori ecologici: ominidi, corvidi e rapaci sono infatti accomunati dall'essere consumatori di carcasse di grandi mammiferi. Non stupisce quindi che i neandertaliani si imbattessero sovente in corvidi e rapaci, interagissero con questi, molto probabilmente fossero in competizione per le risorse. A differenza di quanto si possa pensare "antropomorfizzando" eccessivamente i neandertaliani in senso "moderno", se ci limitiamo ad analizzarli in modo ecologico come qualsiasi altro grande mammifero carnivoro, concludiamo che dalla evidenza di competizione ecologica con gli uccelli per le carcasse può derivare anche una qualche forma di predazione e consumazione degli stessi uccelli, che possono essere uccisi durante lo sfruttamento delle carcasse di mammifero su cui ominidi e uccelli tendevano ad aggregare. Pertanto, non occorre un qualche motivo "speciale" per associare neandertaliani e uccelli come corvidi e rapaci, aldilà della naturale competizione ecologica per la stessa risorsa alimentare.
Il secondo punto, quello relativo alle tracce di macellazione, richiede una più sottile indagine tafonomica. In questo caso, la comparazione con le tracce di "macellazione naturale" può aiutare a risolvere l'enigma delle "estirpazioni di penne" senza ricorrere ad ipotesi ardite e poco testabili di tipo cognitivistico.
I carnivori lasciano sulle ossa delle carcasse di cui si nutrono segni caratteristici e non casuali. Un aspetto molto interessante, che è emerso anche dal censimento delle tracce di denti di theropodi sulle loro prede, è che i segni dei denti sono più abbondanti sulle ossa in zone del corpo povere di "carne" rispetto a zone più ricche di carne. Il motivo è da collegare alla sequenza con cui i predatori ed i saprofagi consumano le differenti parti di una carcassa: prima le parti più "succose" e carnose, e solo in seguito, quanto le parti "nobili" della carcassa sono state spolpate, le parti meno ricche e nutrienti. Ciò è abbastanza ovvio, se considerate che sovente la parti più "ricche" vanno ai primi (e più forti) consumatori di una carcassa, e che le parti finali e meno appetitose restino come avanzo per gli ultimi della scala gerarchica (la quale può essere formata da individui di specie differenti o da membri subordinati di una stesso gruppo sociale). Pertanto, è del tutto normale rinvenire tracce di macellazione in frequenza maggiore nelle ossa meno ricche di carne, come appunto sono le ali degli uccelli rispetto alla zona dello sterno dove risiede il voluminoso muscolo pettorale. Chi consuma il pettorale non ha necessità di raschiare a fondo lo sterno, dato che quel muscolo si stacca facilmente ledendo i tendini che lo ancorano. Al contrario, se sei l'ultimo della gerarchia e ti tocca mangiare gli avanzi, come sono le poco appetitose ali, sarai indotto a rosicchiare le ossa in modo più intensivo per ricavare il massimo possibile dal poco disponibile. Questa banale osservazione, che si ricava sia dall'osservazione dei carnivori/saprofagi attuali ed è confermata dalle analisi tafonomiche sui fossili (ad esempio, nello studio di Hone et al. 2010), può benissimo essere applicata ai neandertaliani, senza per questo ricorrere a speculazioni cognitiviste così radicali come quelle sostenute negli studi che ho menzionato. Ovvero, l'apparente "anomalia" nella distribuzione delle tracce di macellazione sulle ossa aviane (usata per sostenere la spiegazione "anomala" di tipo cognitivista) è in realtà del tutto normale sul piano tafonomico, e non richiede quindi spiegazioni anomale.
In conclusione, lo studio delle capacità cognitive dei neandertaliani è sicuramente uno dei temi più affascinanti della paleontologia umana, ma tale fascino e suggestione non deve indurre ogni evidenza anomala o apparentemente inconsueta verso spiegazioni eccezionali, radicali, o palesemente antropocentriche (nel senso di "tarate su Homo sapiens"). Come ho mostrato qui, e come studi tafonomici su altri siti paleoantropologici e su altre specie fossili mostrano, un'indagine tafonomica ed una valutazione prettamente ecologica prima ancora che "culturale" permette di spiegare le stesse evidenze senza ricorrere a spiegazioni così eccezionali.
Io non nego a priori una qualche forma di "cognizione moderna" nei neandertaliani, ma non è dall'analisi di macellazione nelle ossa di qualche corvo e falco che si può ricavare un'indicazione che i neandertaliani fossero cognitivamente "come noi". 
A meno che quel "come noi" non nasconda un desiderio inconscio, pervasivo ed assillante, di vedere noi stessi negli altri.

31 commenti:

  1. Ottimo post, e ottima analisi.

    Simone

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  2. il quadro l'ho intitolato glossus, però... :)

    analisi pienamente condivisibile.
    ora esco un po dal senso del post;
    come illustratore, o qualsivoglia appellativo appelatomi, credo che il senso delle descrizioni e delle ricostruzioni sia una certa gamma di possibilità.
    la ricostruzione di moropus dovrebbe contemplare tutta la gamma di possibilità, quale colore del pelo, inclinazione del collo, comportamento sociale, ambiente, etc...
    è chiaro che una sola ricostruzione diventa una singola pagina sceltissima tra la gamma.
    e probabilmente questo discorso vale anche piu in generale a livello prettamente paleontologico.
    non nascondo che mi pare chiaro che ci sia sempre un interesse antropocentrico nell'operare queste scelte.
    e questo dipende dalla limitatezza dei nostri sensi che sono lo strumento necessario per "capire" un fenomeno illustrato (poichè il linguaggio dell'immagine è vincolato dalla nostra limitatezza visivo-cognitiva). a questo punto la cosa più sensata sarebbe evitare di fare ricostruzioni (e lo dico io!) poichè o si fanno 10000 ricostruzioni da visionare tutte insieme per avere un'idea della gamma, oppure sceglierne una o due o tre (e poi i memi che si spargeranno da esse saranno perlopiù memi di mera copiatura) porta al rischio di un'idea probabilisticamente errata.
    inoltre il vizio antropocentrico è necessario/sostanziale nel creare quella che si chiama una buona composizione: la scelta di un soggetto, le luci, i colori, sono tutti elementi che sottostanno al nostro antropocentrismo, se vogliamo che l'immagine "funzioni", visto che deve fare i conti con i nostri sensi evolutisi per un certo tipo di mondo (che non è quello della scienza). dopotutto tu stesso mi hai dissuaso dal cercare di illustrare il big-bang (troco, è un concetto matematico! ricordo ancora le parole).
    avevo parlato di questo dualismo arte-scienza/antropocentrico-neutrale al darwin day 2011 a san daniele po.
    in pratica abbiamo che l'arte funziona in maniera antiscientifica, e la scienza in maniera anti-intuitiva o umana.
    ma sono uscito di parecchio dal senso del post.
    Glossus

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    1. Troco/Glossus,
      il tuo quadro è stato incluso solo perché calzava perfettamente col tema, ma il post nasce per criticare una serie di articoli scientifici.
      Non pretendo di avere ragione nella mia interpretazione delle evidenze, quindi non pretendo di smentire la tua interpretazione pittorica, la quale può comunque essere "reale" in quanto illustra un'idea, l'interpretazione di altri, e non una realtà avvenuta in passato.
      Io non nego l'importanza delle opere illustrative, ma nego loro un valore di "verità", di "fedeltà" verso il passato: l'illustrazione rappresenta visivamente un'ipotesi, un'interpretazione, non un "fatto".

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    2. Beh, esattamente come una teoria evolutiva, ad esempio... è un'ipotesi, una interpretazione dei dati, di certo non rappresenta un "fatto"

      Giorgio

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    3. Giorgio, un "fatto" è il suo commento. Una "ipotesi" è che dietro tale commento ci sia una persona che conosce il significato della parole che menziona. Da ciò non si può, per ora, dedurre una "teoria su Giorgio".
      Una ipotesi può essere matematica o scientifica, ma in generale è un'affermazione particolare su un determinato insieme di dati.
      Una teoria è un sistema di concetti da cui è possibile dedurre osservazioni non ancora osservate o collegare fenomeni non tutti riconducibili ad una singola ipotesi.
      Pertanto, quella evolutiva è una teoria, non un'ipotesi, per una mera questione di definizioni.
      Un'ipotesi è, ad esempio "i dinosauri si estinsero per una catastrofe astronomica", mentre una teoria sarebbe "tutte le estinzioni sono provocate da catastrofi astronomiche". Il "fatto" è che esistono fossili di dinosauro.

      Giorgio, spero di sbagliarmi, ma se vuole aprire uno sciocco dibattito pro o contro l'evoluzionismo a suon di slogan, la prego di andare a commentare altrove, che ho speso già troppo del mio tempo in passato a discutere a vuoto con persone palesemente ignoranti in epistemologia e scienze naturali ma che pretendevano di essere ascoltate solo perché provocavano finti dibattiti ideologici su finti problemi fondati solamente su un uso improprio dei termini, ma senza la minima fondazione su evidenze documentate o sulla logica.

      Se è un provocatore di quel genere, questa sarà l'ultima volta che le rispondo.

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  3. No, per carità, non volevo assolutamente risultare il solito provocatore pro o contro creazionismo-evoluzionismo, credo che se ne abbia già abbastanza (discussioni onestamente sterili che lasciano il tempo che trovano, nessuna delle due parti potrà mai riuscire a convincere l'altra).
    Se ho confuso il termine teoria con ipotesi, chiedo venia, ma non mi sembrava così errato parlare (intendo proprio a livello di terminologia della lingua italiana) di "ipotesi evolutiva" con lo stesso significato di teoria dell'evoluzione. Mea culpa.

    Giorgio

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    1. Più che "convincere l'altra parte" nell'accezione quasi "politica/messianica" del termine come sovente viene intesa, qui si tratta semplicemente di scegliere il sistema concettuale più potente che descriva la maggioranza delle osservazioni e fornisca strumenti per collegare fatti separati in un'unico sistema logico che sia coerente e utile. Da questo punto di vista, l'evoluzionismo è a mio avviso molto più potente del creazionismo, ed è questo il motivo per cui considero il primo la migliore spiegazione dei fatti naturali e il secondo insoddisfacente come teoria. Non certo per "partito preso" o per difendere una casacca. Se il creazionismo fosse una buona spiegazione delle osservazioni lo accetterei, ma non lo è. Punto.
      Il fraintendimento tra "ipotesi" e "teoria" è una delle prima cause di impossibilità a discutere con i non-evoluzionisti, i quali forse prima di criticare una teoria dovrebbero imparare il significato di teoria scientifica.
      E non lo scrivo per te, ma come constatazione generale.

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  4. ho una nuova filosofia arrendevole: non cè verso di convertire il creazionista in una discussione o in un paio di discussioni, e nemmeno in un seminario. si può solo sperare che inizi da solo a leggere qualcosa e accettare la novità nel lungo tempo. perchè dico questo?
    perchè le armi a disposizione del creazionista sono più forti delle armi dell'evoluzionista.
    infatti il creazionista ha armi semplici ed efficaci che non costano nulla, l'evoluzionista ha armi troppo sofisticate e costose. come la vittoria della balestra sull'arco lungo. l'arco lungo era un'arma migliore senza dubbio, ma l'addestramento per un arciere richiedeva anni. una balestra tutti potevano usarla e quindi con "costi" minori era più efficace.
    il creazionista fa discorsi infantili (infantili nel senso storico, primitivi)alla portata di tutti. l'evoluzionista fa discorsi complessi che richiedono a monte la conoscenza di altri concetti (a meno che non intenda partire ogni volta dal principio).
    inolte il creazionista sfrutta la predisposizione della nostra mente (che è creazionista), mentre l'evoluzionista (e lo scienziato in genere ) deve combattere l'apparenza che i nostri "sensi" ci fanno percepire (ci siamo evoluti in modo semplicemente "conveniente", conviene percepire una roccia come piena per non farsi male, anche se sappiamo che la distanza tra i suoi atomi è enorme).
    è difficile combattere uan battaglia armati di una pistola i cui colpi li ha il tuo avversario. puoi solo sperare che te li passi.

    inoltre: siccome la parola teoria continua a fare strage, perchè non iniziate a sostituirla in maniera furba con LEGGE ad esempio? sarà un uso improprio, ma sicuramente più efficace. le parole sono al nostro servizio, non noi al loro, e soprattuto noi le abbiamo inventate e noi le disfiamo!
    ciao
    Troco

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    1. Appunto, è una filosofia arrendevole. Io preferisco usare le mie armi sofisticate, indipendentemente dal fatto che siano o meno contrapposte a mezzi grossolani. Se per la causa della conoscenza ci degradiamo ai mezzi dell'ignoranza, ha vinto l'ignoranza.
      Le vette più alte non sono per tutti, come tu noti implicitamente, ma spianarle per renderle più consone ai molti, a chi non sa arrampicare, impedirebbe a quei pochi che vogliono scalare veramente di arrivare ad una vetta vera nel solo modo giusto.

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  5. ma non serve degradare... è che è ora di vincere sta battaglia. la società intera ne risente se il pensiero sociale continua a pensare al progetto intelligente. se si continua a vedere il progresso come un palazzo da scalare non si capirà mai il momento in cui conviene cambiare palazzo.
    come spiegare alla gente che gran parte dei problemi sociali sono dovuti al fatto che la nostra biologia è la stessa di 100.000 anni fa? e che viene applicata ad un mondo altamente complesso il quale pretenderebbe una cooperazione che non sta assolutamente scritta dentro di noi? una cooperazione che va quindi solo imparata tramite imposizioni culturali (es. scuola)ma che viene continuamente abbattuta dal modello vincente (che guarda caso ha atteggiamenti creazionisti, pensa al modello americano).
    la mentalità evoluzionista deve arrivare alla massa al più presto. non serve a niente soddisfare la curiosità di due o tre intellettuali, che al massimo porteranno invenzioni e modifiche tecnologiche che verranno usate dagli altri che non hanno fatto il salto (e quindi le useranno male). è uno sbilanciamento che può diventare pericoloso.

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    1. Deduco tu sia Troco,

      la mentalità evoluzionista non può arrivare alla massa in fretta, perché tu stesso hai riconosciuto che non è innata né connaturata, ma ma insegnata. Imporre in modo rapido e massificante significa imporre un surrogato, che nella forma più immediata significa imporre una nuova religione che al posto dei dogmi biblici (o di qualsiasi religione) imporrebbe altri dogmi, che solo in apparenza sarebbero scientifici. Se vuoi che la mentalità scientifica si diffonda per i benefici che tu gli riconosci, devi ammettere che solo in modo graduale, lento ma profondo, si dovrà diffondere.
      Non ci sono alternative: o in modo graduale, e quindi consapevole, ragionato, oppure in modo rapido, acefalo, dogmatico, e quindi come una religione.

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  6. heehhe so che mi provochi con stacosa della religione...
    si hai ragione, solo mi chiedo se non ci sia una via di mezzo, un modo a volte veloce che può soffermarsi se richiesto...un modello flessibile ecco, mi piace immaginare che non ci sia per forza una scelta obbligata: o lento e giusto, o sbagliato e veloce.
    beh, siamo giovani e vedremo coi nostri occhi quello che sarà :)
    T

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    1. Simone Conti20/9/12 17:28

      io sono il solito rompiscatole che si intromette dove non dovrebbe. Secondo me ha ragione Cau, per una serie di ragioni che adesso cercherò di spiegarti esponendo come la penso su sto argomento; e con cui cercherò di dimostrarti che non esiste "una via di mezzo" per far conoscere la scienza come veramente è.
      Cominciamo con gli esempi: non puoi dire a tutte le persone che incontri che gli uccelli sono dinosauri: i vecchi ti guarderanno male e se ne andranno scuotendo la testa, gli adulti ti guarderanno di sbieco, ti lasceranno prima che tu riesca a spiegargli veramente ciò che tu intendi con la tua frase e la riferiranno ai loro colleghi di ufficio; e i bambini ti guarderanno sorridendo e appena vedranno un piccione o un merlo grideranno "guarda: un t-rex!!!". Questo perchè non hanno un bagaglio culturale sufficiente a comprendere anche la più semplice delle tue spiegazioni al riguardo. Altro esempio: io ho potuto intuire (non comprendere appieno al 100%, perchè ho ancora qualche dubbio) l'esperimento che Horner sta cercando di compiere in Montana (pollosauro), solo perchè sto frequentando un liceo scientifico di un livello abbastanza elevato (che mi sta creando un sacco di rogne perchè devo studiare ogni pomeriggio) che mi ha insegnato come è strutturato il DNA, come si sviluppa l'embrione umano, le caratteristiche ereditarie,... tutti argomenti che mi sono serviti a comprendere la conferenza. Se tu provassi a spiegare ad una zia cosa sta cercando di fare Horner, lei capirebbe che esiste sulla terra un tizio dal nome strano che vuole creare polli con coda e mani...
      Questo per dire che non puoi dare a tutti le stesse nozioni, perchè non sono, letteralmente, in grado di comprenderle. Alla maggior parte delle persone mancano le conoscenze su un sacco di nozioni scientifiche basilari, non sanno nemmeno come si forma l'embrione umano (ovvero come si formano loro stessi), figurati spiegargli che le braccia di t-rex sono arti atrofici e che al posto di mani e braccia usava la testa e il collo (giusto per riprendere un post non troppo vecchio).
      Scusatemi per la lingua lunga. :-)

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  7. non c'entra nulla.
    si è scoperto che la terra è tonda? è giusto insegnarlo. non importa se ci sarà resistenza.
    io pretendo che nessuno metta in dubbio la rotondità della terra. stessa cosa per l'evoluzione. è una conquista che ha già dei secoli e pretendo che tutti la riconoscano. invece è più facile riconoscere la cristalloterapia, la cromoterapia, tutte cose che hanno facile presa sulla popolazione (non metto in dubbio il valore, parlo della facilità di accettazione).
    l'evoluzione va insegnata a scuola, si devono fare prodotti culturali educativi e seri (e non banalizzazioni infantili che allontanao l'adulto). uno dei problemi è proprio questo: i dinosauri e quindi l'evoluzione sono per bambini, il creazionismo e la superstizione è per adulti.
    se i programmi tv fossero del livello di questo blog, se i film visionari (che vengono proiettati a livello mondiale e possono fare storia, come jp) fossero di questo livello, sarebbe un bel passo in avanti.
    non mi farete cambiare idea.
    io sono convinto che si puuò fare buoan divulgazione senza svilire il contenuto o banalizzarlo. si devono usare dei trucchetti per sensibilizzare, ma non sono trucchetti in senso proprio, si tratta solamente di valutare quali cose possono avere un impatto positivo sul miscredente. senza distorcere la realtà evolutiva. io sto maturando una certa esperienza col pubblico con il mio atelier, e comincio a capire quali sono gli argomenti da evitare e quali su cui insistere per avere la loro attenzione e quindi la predisposizione ad ascoltare tutto il resto.
    purtroppo però quello che conta è la visibilità e la pervasività.
    le nicchie internet (coem questo blog) non hanno molto potere, poichè chi entra e si appassiona è già ben indirizzato. servono imposizioni dall'alto. scuola, tv, cinema, tutti i media e gli istituti dove il singolo non può scegliere, ma deve assorbire. il senso dell'istruzione insomma! pensa: chi di noi si metterebbe a studiare matematica da zero se non avesse fatto un minimo a scuola?
    tu Andrea hai parlato con tono dispregiativo di religione: però allora la chimica e la fisica che sono insegnate come "dogmi" sono forse religioni? io non credo. ma nessuno si sogna di mettere in forse la legge di gravità. invece tutti mettono in forse senza problemi l'evoluzione. bisogna chiedersi perchè.
    io sono anni che me lo chiedo, e ripeto, una delle risposte che mi danno più soddisfazione è: l'evoluzione è un argomento troppo spesso accostato all'infanzia e troppo raramente accostato alle altre scienze, quali la sociologia, la storia, l'archeologia (il confine tra paleo e archeo dovrebbe essere un confine sfumatissimo, anzi nessun confine, eppure per il mondo della cultura fa grade differenza), e soprattutto non viene insegnata a scuola. io ho fatto il liceo scientifico negli anni che furono: quante ore di biologia facevo? 2 a settimana nel secondo e terzo anno. invece per 5 anni si facevano 5 ore di latino a settimana. e 5 di italiano. nel libro di testo non c'era una parte didicata alla preistoria e se ci fosse stata non la si sarebbe studiata, poichè è molto piàù importante imparare l'apparato di Golgi.
    quello che mi dispiace è che gente in gamba come Cau non si abbasserà mai a tentare un minimo di divulgazione, preferendo incunearsi sempre più nella nicchia, e invece sarebbero le uniche persone che avrebbero il potere per farlo.
    può darsi che abbia ragione lui, non ne vale la pena di divulgare, ma mi dispiace pensare così della gente che mi circonda.
    la divulgazione non la posso fare io, non ho gli strumenti, io posso dare un apporto ad essa con le mie immagini, e con idee "furbe" di persuasione.
    la divulgazione non la può fare chi ha solo mire economiche, poichè si ritroverà a proporre semplicemente quello che la gente vuole.
    non mi farete cambiare idea!!!!!!
    T

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    1. Simone Conti21/9/12 17:27

      Che Cau sia la persona giusta, volente o nolente, è un dato di fatto. Come mai questo blog è tanto seguito e vivo, Andrea?
      Rispetto alle questioni che hai sollevato, Troco, cerco di risponderti (offrendoti un'altro punto di vista, senza avere la pretesa di insegnare qualcosa a qualcuno, perchè se in questo blog c'è qualcuno che vuole imparare e non insegnare sono io).
      Per il fatto che la chimica e la fisica siano presi come dogmi è perchè hanno provato l'esistenza degli elettroni e di tutte le altre teorie tramite esperimenti (il mio prof di fisica, persona che ammiro tantissimo, una volta in classe ci ha fatto questa domanda: "voi credete nell'esistenza degli angeli?" qualcuno ha risposto di sì, altri di no. allora ha ripreso: "e allora come fate a credere nell'esistenza degli elettroni? Nessuno li ha mai visti, come gli angeli, non si sa nemmeno se esistano, esattamente come gli angeli."; questo esempio magari risulterà un pò difficile per la teoria nucleare che ci sta dietro). Invece l'evoluzione è bistrattata perchè non esiste (parlo facendo l'avvocato del diavolo) un esperimento concreto che mostra l'evoluzione (esempio qualsiasi) degli uccelli dai dinosauri, esistono solo prove fossili che mostrano somiglianze tra i due tipi di animali. Inoltre, proprio come ai tempi di Darwin, la notizia dell'evoluzione e che siamo primati provoca fastidio; eppure è un dato di fatto! Prova a spiegare alla tua prof di latino mentre ti sta torturando con le poesie di Catullo che sta leggendo dei segni scritti da una scimmia, che lei stessa è una scimmia (a volte sarebbe meglio che lo fosse veramente :D) e che tutti gli alunni che ha davanti sono una sorta di macachi (questo è molto veritiero)...
      Quando affermi "nel libro di testo non c'era una parte didicata alla preistoria e se ci fosse stata non la si sarebbe studiata, poichè è molto piàù importante imparare l'apparato di Golgi." è vero, purtroppo, ma devi anche pensare che siamo esseri umani e prima conviene che impariamo come siamo fatti e poi andiamo a studiare gli altri, è anche sì vero che a scuola insegnano moltissima roba inutile (vedi Catullo :-)).
      Riguardo alla mancanza di una parte dedicata alla preistoria sono da incolpare in primis le persone tipo "la divulgazione non la può fare chi ha solo mire economiche, poichè si ritroverà a proporre semplicemente quello che la gente vuole" e la gente in questo caso sono gli insegnanti la cui maggior parte non sa nemmeno trattare un fenomeno complesso quale l'evoluzione e i genitori ignoranti che protesterebbero per quelle 30 pagine in più che i loro poveri figlioletti non leggeranno mai nella loro vita, a meno che non siano appassionati di loro (come me e voi).
      (segue)

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    2. Simone Conti21/9/12 17:28

      Ed ora tocchiamo il punto più dolente:"quello che mi dispiace è che gente in gamba come Cau non si abbasserà mai a tentare un minimo di divulgazione, preferendo incunearsi sempre più nella nicchia, e invece sarebbero le uniche persone che avrebbero il potere per farlo." mai dire mai, non so quanto Andrea sia disposto a prendere ed andare in qualche scuola a tenere lezioni di evoluzione, però è un peccato che non lo faccia. In questo caso è difficile presentarsi davanti ad un pubblico e spiegare, magari semplificando il più possibile, un qualcosa che senti che non potrà interessare quasi a nessuno. Come fai a dirlo? mi potresti chiedere, ebbene, nel mio piccolo l'anno scorso (io abito nel varesotto, e frequento il liceo scientifico Curie, di cui l'anno scorso cadeva qualche anniversario, di conseguenza i miei prof hanno organizzato una serie di serate sulle donne e la scienza) alla serata di Mary Anning (spero che ognuno di voi sappia chi è stata questa donna) ho esposto il Besanosaurus, ittiosauro di Besano che si collegava all'Ichtyosaurus trovato da Mary. Ero più che consapevole che il mio intervento sarebbe durato poco (non è ancora stato studiato approfonditamente), però l'intero pubblico, quando ho finito, ha profuso un applauso che non finiva più. Me ne sono meravigliato alquanto, perchè spiegare una cosa vecchia ad un pubblico annoiato da una serata pesante per gli argomenti, non pensavo di ottenere un tale successo, al massimo qualche sbadiglio. Poi ho saputo che gli applausi sono venuti per la passione con cui ho cercato di spiegare ai quattro cervelli accesi cosa fosse stato un tempo quell'ammasso di ossa e perchè avevamo scelto quell'essere a loro mostruoso.
      Questo vanaglorioso esempio ha un doppio significato: 1) portare un esempio di un fatto alquanto curioso di cui sono stato protagonista e mostrare che chiunque, basta documentarsi il più possibile ed entrare in diretto contatto con i massimi esperti del settore (avevo rotto le scatole al dottor Cristiano Dal Sasso), può fare un minimo di divulgazione, purchè di livello alto; 2) di spronare Andrea a muoversi ed attivarsi in qualche modo, se gli è possibile, per divulgare le conoscenze.
      Spero di averti aiutato e non irritato o annoiato. Mi piacerebbe incontrarti di persona per poter discutere a voce e non battendo le dita sul pc, magari anche con Andrea...

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  8. sicuramente ci sarà l'occasione per incontrarsi.
    ora direi di smetterla coi complimenti a Cau, e anzi, di chiedergli scusa per l'abuso di un post che parlava di tutt'altro :)
    T

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  9. Simone Conti21/9/12 21:29

    sia dia a cesare quel che è di cesare.

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  10. Presumo che la questione sia solo meramente socioeconomica: le divinità scientifiche, per la società (laici e ultracredenti presi insieme) stanno altrove. Finchè la società punta alle scienze che permettono il progresso della "megamacchina" che ci circonda, le scienze naturali saranno sempre le sorelle minori, rilegate al mondo dell'infanzia e al lavoro di pochi. A chi serve sapere in che punto di un cladogramma si posiziona una qualsiasi specie x, quando alla società interessa che la scienza gli permetta di possedere un iphone sempre migliore? La scuola poi mi pare oramai il luogo meno adatto per la divulgazione delle scienze naturali. Diciamolo pure, non lo è mai stata. E poi che senso avrebbe se poi qualche ora dopo della stessa giornata, glie stessi studenti devono stare a sentire delle panzane immonde su dio, morte, miracoli, verità presunte assolute.
    Verissima poi la domanda "perchè la gente accetta la legge di gravità e quella dell' evoluzione no?", semplicemente perchè se esistesse un libro nella quale sono inseriti tutti i fatti che governano le relazioni del mondo biotico e abiotico, la parola evoluzione non sarebbe una legge ma bensì un capitolo, e dentro questo avremmo innumerevoli "leggi", meglio, processi/meccanismi, che spiegano come una piccola cellula (prima ancora un ammasso di molecole) sia riuscita a dar vita a innumerevoli forme. Bene, nel contesto scolastico attualmente è impossibile spiegare l'evoluzione come insieme di "leggi". Dato che l'evoluzione è solo un piccolo capitolo (spesso saltato ed ignorato) compresso in un più vasto programma di biologia (comprende in un pastone preconfezionato, le più antiche e meravigliose materie che la mente umana abbia generato da 3000 anni circa a questa parte). Mi hanno detto, che spesso nei licei, le teorie darwiniane vengono spiegate nel corso di filosofia ed ignorati dai corsi di biologia!! E che tutto finisce lì, con la buon vecchia selezione naturale (che è una sola legge del grande capitolo). Per dare spazio a tutto ciò bisognerebbe istituire una materia a se, o comunque molto semplicemente modificare i programmi. Anche se poi poco servirebbe, appunto perchè la questione è socioeconomica.

    Ale

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  11. Non penso di dire cose nuove, e mi pare pure un commento noioso e cinico, il mio (come pure per quello precedete). Però vi racconto un aneddoto: tra i mille lavori che ho fatto recentemente sono stato pure libraio. Un giorno si presenta una padre con figliolo, in totale panico perchè doveva fare un regalo al nipote, che faceva la comunione. Mi chiede dei consigli, e io avrei voluto dirgli, salvi suo nipote dalla chiesa cattolica e dal tradizionalismo. Mentre invece io ero lì in veste di libraio. Visto il mia antico amore per la paleontologia e la natura, pensai nella mia innocenza e nel mio idealismo di giovane studente, che ad un ragazzino di 7/8 anni un bel libro sui dinosauri (fatto bene, si intende) magari sarebbe pure piaciuto (essendo pure io stato allietato da un regalo simile quando fu il mio momento di ricevere la sacra comunione...). Fatta la proposta e tirato fuori dallo scaffale questo bel volume, il padre sempre, nel più totale panico, mi guardò e disse: "ma non è un po' troppo un regalo per bambini, un libro sui dinosauri?". Alchè mi sono un po' sentito avvilito e sminuito (sia come libraio che come naturalista) mi sono difeso: "Guardi che i dinosauri sono materia d'esame in un qualsiasi corso di zoologia dei vertebrati di una qualsiasi università del mondo, come pure in quello di paleontologia...pensi, io ho 24 anni e sono interessato a tutte queste cose!". Questo non lo convinse molto, e infatti optò per qualcos'altro, ma non ricordo cosa....probabilmente la solita minchiata. Un bambino con in mano un libro sui dinosauri "è infantile" (e se non lo è un bambino chi dovrebbe esserlo?), mentre se ha un bel telefonino che fa i filmati e li mette su youtube è un "vero bambino". Se poi ha fatto la comunione ma non sa distinguere una mucca da un pollo, è un arcibambino cattolico. Quindi da questa piccola lezione ho scoperto che le scienze naturali non sono rispettose dell'età di un bambino delle elementari: Cau dovrà darsi alla divulgazione presso le scuole materne. Buon lavoro.

    Ale

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  12. Forse è vero che dovrò darmi alla divulgazione nelle scuole materne, intanto ho un blog, al quale si accede liberamente, e che oggi supera 900 mila visite...

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  13. Simone Conti24/9/12 20:00

    Mi reputerete infantile, però il fatto che uno scienziato debba essere assolutamente areligioso mi pare la cosa più stupida in assoluto. La religione si occupa delle anime, ha tentato nel tempo di dare risposte che si sono rivelate false, ma ora che senso ha dire "salvi suo nipote dalla chiesa cattolica e dal tradizionalismo"? Non riesco a cogliere nessun nesso tra la paleontologia e la religione!!! Poi perchè un bambino non può crescere secondo uno schema bigotto? e soprattutto, perchè deve crescere lontano da una religione? (tra l'altro una che non interferisce più di tanto con la vita del normale cittadino, a differenza di altre) Non riesco a capire neppure l'avversione che voi (perchè non lo sono ancora) scienziati avete verso la religione, la considerate una superstizione credere in una cosa che non si vede... eppure credete nell'esistenza degli elettroni e di qualche fantomatico taxon che non è stato ancora ritrovato che mostrerebbe la congiunzione tra qualche specie...
    sinceramente penso che la religione si debba occupare del suo ambito, limitando gli esperimenti della scienza alla decenza (p. es. esperimenti su embrioni umani), e la scienza deve procedere sul suo cammino senza neanche pensare alla chiesa, perchè sarebbe la stessa cosa che un dentista operasse un paziente affetto da disturbi cardiaci... sono due ambiti totalmente distinti, poi ognuno ha le sue opinioni personali...

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    1. Questo blog non parla di religione, né di "anime".
      Evitate di parlare qui di temi che non sono pertinenti col blog.

      [Siccome prevedo eventuali risposte collegate, il "disegno intelligente", ed il "creazionismo", affrontati in passato nel blog, erano pertinenti al blog nella misura in cui pretendono di essere spiegazioni "scientifiche" di dati paleontologici (anche se poi falliscono nel loro intento)]

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    2. Simone Conti24/9/12 21:34

      proprio per questo motivo non capisco il fatto per cui venga menzionata così spesso, se volessi sentir parlare di religione accenderei radiomaria o altro...

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    3. Simone, ti posso assicurare che qui di religione se ne menziona poca, molto meno di quella che si sente altrove (sopratutto in Italia, dove la religione è una presenza fin troppo pervasiva nella politica, nelle istituzioni e purtroppo in ambiti dove sarebbe auspicabile una maggiore laicità... e qui chiudo il discorso). A volte viene menzionata, ma io non posso censurare uno solamente perché vuole menzionarla.
      In ogni caso, i nessi tra religione e paleontologia sono molto più di quelli che credi (e la religione non si occupa solo di "anime"), ma, ripeto, questo è un tema perfetto per altri blog, non per questo, quindi suggerisco di chiudere questo tuo discorso che, con tutto il rispetto, mi pare alquanto banale (come dimostri con i tuoi riferimenti del tutto scorretti, ad elettroni e ipotesi testabili, che denotano una profonda ignoranza su cosa sia la scienza e del perché sia diversa dalle credenze religiose).

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  14. E per fortuna che c'è! Però mi piaceva l'idea di un Cau attorniato da folle bimbi e con un fare cigaliano gli dice "Se guardi bene un fagiano, sembra un t-rex" (frase realmente pronunciata dal suddetto prof). La mia era una conclusione un po' cinica e grottesca, proiezione della visione del mondo dell'uomo medio moderno (che mi affascinerà sempre). Scherzi a parte il senso del mio commento era che, per oggi un vero riscatto delle scienze naturali all'interno della società non passa attraverso la morte della religioni o solamente con la buona divulgazione, ma bensì attraverso l'inversione di marcia dell'attuale sistema socioeconomico, che ha sposato appieno solamente il progresso ipertrofico della tecnica. Non è un ragionamento sottile: fa più paura un pretino che pensa di abbattere Darwin usando la bibbia (chi legge più la bibbia?) o la megamacchia tecnologica che pretende e sposa solo un certo tipo di scienza? Una scienza tutta e solo applicativa e non puramente interrogativa.
    Se pensiamo al passato, il picco delle scienze naturali nell'800 (una sorta di vera età d'oro, rispetto a quella di oggi che è di platino, non mi si accusi di romanticismo!), coincide con il picco dell'imperialismo europeo: è infatti l'epoca durante la quale le teorie evolutive erano sulla bocca di tutti (classi agiate, sia inteso) e zoologi, botanici e geologi erano le divinità scientifiche del momento. Ma il motivo era che dietro c'erano delle chiare politiche economiche di questi stati, che volevano avere tutte le informazioni possibili su luoghi remoti e possibilmente sfruttabili in tutte le loro componenti. Il loro successo all'interno della società era reso possibile ed influenzato dai tempi, aldilà della presenza delle religioni. Pensate a JP e di come ha influenzato le scelte di milioni di persone nel mondo: se la pensate in un ottica industria cinematografica/consumo, la cosa è più chiara. Certo, per il futuro non vorrei un ritorno all'imperialismo come motivo di successo delle scienze naturali di base. Ma si arriverà ad un ritorno alle scienze di base, che non prevedono in ogni caso un'applicazione tecnica diretto in modo cieco e acritico. Citando l'ecologo americano Ian McMillan, interrogato del perchè sia importante salvare i condor dall'estinzione, questo ha risposto "Nella salvaguardia dei condor e dei loro congeneri, ciò che conta veramente non è tanto il fatto che noi abbiamo bisogno dei condor, ma che abbiamo bisogno di sviluppare le qualità umane necessarie per salvarli; saranno infatti quelle stesse qualità che ci occorreranno per salvare noi stessi". Qui sta la vera sfida. Qui sta il vero riscatto. E pure la paleontologia ha un ruolo in questa partita.

    Ale

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  15. Volevo tornare sul tema Neandertal, che è rimasto un pó fuori dal dibattito.

    La tua analisi mi sembra completa e sensata. Purtroppo la paleoantropologia pecca di una ben conosciuta superficialità analitica, che se da un lato gli ha portato attenzione mediatica e conseguente rientro economico, dall’altro gli sta costando la credibilità con gli altri settori scientifici. Il problema di base è che speculare non costa nulla, è facile, attrattivo, e poi se tanto mi sbaglio non muore nessuno. Ho criticato spesso tutto questo in rete:

    Questo proprio sul tema Neandertaliano, in linea col tuo commento:
    http://neuroantropologia.wordpress.com/2010/02/12/saute-a-la-mousterienne/

    E la situazione è simile per gli altri ominidi:
    http://neuroantropologia.wordpress.com/2011/02/14/simia-habilis/

    Concordo perfettamente sul fatto che qui non si sta negando una complessità cognitiva ai Neandertaliani, ma solo evidenziando che non sono questi i metodi né le prove per mettere mano a questi temi.

    Recentemente con quella che si chiama "archeologia cognitiva" si sta facendo qualche passo avanti. Neuropsichiatri, archeologi, e paleontologi, lavorano insieme per cercare di proporre scenari che tengano conto un pó di tutto. Questo tuo post ci ricorda che a bordo bisognerebbe anche cercare di far salire gli ecologi!

    Anche l’archeologia cognitiva è ovviamente sensibile a quei rischi di superficialità di cui soffre la paleontologia umana, ma almeno per il momento sembrerebbe una alternativa più robusta.

    Qui due libri che ho pubblicizzato sul tema:

    L’evoluzione del pensiero moderno:
    http://neuroantropologia.wordpress.com/2009/02/19/the-rise-of-neuroanthropology/

    Pensare Neandertaliano:
    http://neuroantropologia.wordpress.com/2011/11/30/pensare-neandertaliano/

    Ciao!

    emiliano

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    Risposte
    1. Emiliano, grazie per i contributi. Io non sono paleoantropologo quindi non pretendo di fare lezione ad altri sui loro ambiti; al tempo stesso, sono pur sempre un paleo-qualcosa e quindi penso di poter dare un contributo critico, rivedibile ma spero utile, su un'indagine affascinante come quella dell'origine ed evoluzione della coscienza negli ominidi.

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    2. Beh, la mia formazione viene dalla zoologia, e non ho mai fatto nessuna differenza tra la paleontologia umana e quella animale, per lo meno come biologo. Lo studio di forma, funzione, e filogenesi, nei fossili segue gli stessi principi per un ominide o per un dinosauro, o perlomeno così dovrebbe essere. Anatomia, ecologia, statistica, con questo si lavora. Credo sia un grande errore separare la paleoantropologia dalla paleontologia dei vertebrati, così come separare concettualmente l’antropologia dalla primatologia. Le regole di studio e soprattutto di analisi sono le stesse, stesse le competenze, stessi i problemi. Almeno per la parte biologica. Questa separazione non solo danneggia all’atto pratico, ma anche al momento della formazione: alla fine i "paleontologi" hanno una visione di insieme, con esempi molto differenti tra di loro e casi studio molto eterogenei, mentre i "paleoantropologi" solo tendono a conoscere la casistica e i problemi specifici dell’evoluzione umana. E questo non credo aiuti a sviluppare una certa conoscenza globale. Un paleontologo dei vertebrati ha una visione molto più completa, e pragmatica, così come uno zoologo avrà una visione di insieme più robusta di un antropologo che solo si limita a un caso-studio molto specifico!

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    3. Concordo.
      Un fenomeno analogo si ha con gli ornitologi, che di fatto studiano un caso molto specifico di dinosauro, pur essendo nella maggioranza quasi del tutto ignoranti in dinosaurologia (o, volendo andare loro incontro, in erpetologia).

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