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31 ottobre 2010

Recessione 2010 per i Theropodi?

Dal punto di vista della paleontologia dei dinosauri, il 2010 sarà ricordato per l'inflazione tassonomica dei ceratopsi. 
Rispetto allo sbalorditivo 2009, annus mirabilis per i theropodi, questo 2010 è stato relativamente modesto, sebbene punteggiato da scoperte molto interessanti, come Balaur e Beck... ehm, Concavenator. Tuttavia, non dobbiamo temere per una recessione theropodesca. Da varie fonti, so che sono in arrivo almeno 17 nuovi generi di Theropoda mesozoici (ma la stima è sicuramente in difetto): 3 theropodi basali, 1 abelisauroide, 1 coelurosauro basale, 2 tyrannosauroidi, 2 ornithomimosauri, 2 therizinosauroidi, 4 deinonychosauri e 2 aviali.
Nella foto (da Gibbons 2010), l'immagine della scoperta che attendo con maggiore interesse...

Bibliografia:
Gibbons A. 2010. Snapshots from the Meeting. Science 330: 583.

30 ottobre 2010

Fighting Dinosaurs - vers. 2010

Nel 2002, ho realizzato una tavola ispirata ai "Dinosauri Combattenti". Ammetto che per quel periodo, la mia tavola era moderatamente ardita: Velociraptor completamente piumato e Protoceratops con le strutture caudali tegumentarie di recente descritte in Psittacosaurus. Ho usato quella tavola in più post su Theropoda. Nonostante sia tra le mia "opere" preferite, riguardandola ho pensato che meritava un aggiornamento alla luce delle attuali interpretazioni sull'anatomia e il tegumento in Velociraptor e Protoceratops. Ho quindi realizzato questa tavola, basata sullo stesso "canovaccio" dell'originale. Gli animali sono ritratti in combattimento, appena prima che la tempesta di sabbia li travolga ed uccida, preservandoli per 80 milioni di anni.

Il piumaggio di Velociraptor ora è prettamente formato da copritrici, è più uniforme e densamente distribuito (mentre nell'originale era principalmente proto-piumato a parte le remiganti e le timoniere). Protoceratops ha una più densa copritura di proto-piume filamentose, che rivestono anche la testa e si irraggiano dall'alta cresta  formata dalle spine neurali caudali. Le guance "alla bovino" sono state rimosse. 
Io li vedo così, alla luce di ciò che conosco di dromaeosauridi e ceratopsi basali.

L'analfabetismo cladografico e l'immortale Scala Naturae - Seconda Parte

I commenti al precedente post sono stati molto interessanti ed istruttivi (comprese le code di paglia).
Ripropongo il quesito: quale di questi cladogrammi è quello corretto, e perché gli altri sono scorretti?
Le risposte si possono dividere in 3 categorie:
# 1-Nessuno è corretto.
# 2- Sono tutti corretti.
# 3- Il primo (A) è quello (più) corretto, perché "inserisce sempre i più derivati in basso, quindi ha un ordine".
Qual'è la risposta?

28 ottobre 2010

L'analfabetismo cladografico e l'immortale Scala Naturae - Prima Parte

Le domande nei commenti al recente post su Sanjuansaurus hanno confermato un'impressione che ho maturato da tempo, relativa alla comprensione della sistematica filogenetica nei "non addetti ai lavori". In rete abbondano forum e siti in cui non ben qualificati tassonomi all'acqua di rose si lanciano in complicate enunciazioni di nomi di cladi, di esposizioni di cladogrammi e in edotte citazioni di termini quali "basale", "derivato", o in scioglilingue quali "maniraptoriforme", "maniraptoro", "maniraptoriano", "maniraptor" e "maniraptora". Il più delle volte, i soggetti in questione sono palesemente ignoranti in materia, e sfoggiano un nozionismo sterile, privo di fondamenta concettuali alle spalle, più per darsi un'aria di "erudizione" che per reale comprensione del significato delle parole citate. Mi accorgo subito di ciò perché quelle parole, nella maggioranza dei casi, sono inserite in frasi contraddittorie o palesemente senza senso (il non-senso ha un senso per chi è profondamente consapevole della materia tassonomica). Come altro interpretare frasi che sostrengono la discendenza dei maniraptori dai maniraptoriformi, e la loro distinzione dai tetanuri? Credo che il neologismo appropriato per questi soggetti sia "bimbominkia". 
Ho inoltre constatato che si stanno diffondendo, tra i siti/forums italiani, termini prima assenti nel vocabolario italiano, traduzioni di parole quali "basal", "derived", "stem", "crown", ecc... Infine, tornando ai "bimbominkia", ho notato che alcuni hanno la maleducata e mediocre abitudine di copia-incollare espressioni tipiche di questo blog, espressioni tipiche del mio modo di parlare. Sì, mi riferisco a te, ladro ignorante di terminologia e plagiatore delle espressioni altrui! Il problema maggiore è che, come spesso accade, questi plagiatori copiano solo la forma ma non la sostanza delle mie parole. 
Per chiarire subito dove voglio andare con questo post, ecco un piccolo test.
Guardate questi 4 cladogrammi. Osservateli per una decina di secondi. Poi, riflettete bene, e ditemi (tramite un commento lasciato in questo post) quale di questi cladogrammi è quello corretto, e perché gli altri sono invece scorretti (ovviamente, sulla base delle attuali conoscenze paleontologiche).
La seconda parte del post seguirà solo nel caso rispondano al test almeno 4 lettori.

27 ottobre 2010

Revenge of "Archaeopterygid Raptors and Ornithuran Oviraptors from Paulian Planet"

Vi ricordate l'ipotesi "superornithica" di Paul (1988) che ipotizza uno status aviano per Oviraptorosauri e Deinonychosauri, entrambi ritenuti più prossimi agli uccelli moderni rispetto a Archaeopteryx? Ricordate il cosiddetto "avialan status" per gli oviraptorosauri ipotizzato da Maryanska et al. (2002)? Vi ricordate la mia suggestione "Magnoviraptorosauriana", almeno nella versione debole, che accomuna Scansoriopterygidae e Oviraptorosauria? Una nuova versione di queste ipotesi "non-standard" per Maniraptora, con i vari "non-avian" classici (Deinonychosauri e Oviraptorosauri) collocati all'interno di Aves (qui inteso come il nodo meno inclusivo comprendente Archaeopteryx e uccelli moderni): Xu et al. (2010) in un articolo di recensione dell'attuale conoscenza sui coelurosauri giurassici, ipotizzano una nuova topologia dei maniraptori derivati, nei quali Deinonychosauria è imparentato con Archaeopteryx, mentre Oviraptorosauria risulterebbe sister-taxon di Scansoriopterygidae (ovvero, Magnoviraptorosauria sensu Caui poste) all'interno di Avialae.
Qual'è la robustezza di questa ipotesi? Gli autori non citano dati quantitativi in supporto della loro ipotesi alternativa. Ho testato questo modello in Megamatrice.

24 ottobre 2010

Venezia, tra coccodrilli giganti e dinosauri (più o meno inattesi)

Ingresso del Museo di Storia Naturale di Venezia - Foto di A. Carpana

Ieri sono stato a Venezia. L'occasione, una visita al Museo di Storia Naturale della città, ma anche una bella giornata in compagnia di cari amici come Fabio Marco Dalla Vecchia, Lukas Panzarin, Alessandro "APPI" Carpana, Troco ed un paio di meusi (Bertozzo & Manucci).

21 ottobre 2010

_Sanjuansaurus_, un nuovo saurischio basale

Olotipo di Sanjuansaurus gordilloi (Alcober e Martinez 2010)

Alcober e Martinez (2010) descrivono i resti di un dinosauro di taglia media dalla Formazione Ischigualasto (Triassico Superiore) dell'Argentina. I resti comprendono un mascellare, buona parte della colonna vertebrale, il cinto pettorale, l'ulna, femore, tibiotarso ed un metatarsale. L'esemplare è morfologicamente molto simile a Herrerasaurus e Staurikosaurus, ma è distinguibile da entrambi, e dagli altri dinosauri triassici, sulla base di autapomorfie e di una combinazione unica di caratteri. Sulla base di questi dati, gli autori istituiscono un nuovo taxon: Sanjuansaurus gordilloi. Le affinità herrerasauridi di questo nuovo genere sono confermate da un'analisi filogenetica. Tuttavia, sebbene io concordi sullo status herrerasauridae dell'esemplare, ho dei dubbi sulla robustezza dell'ipotesi generale, sostenuta in quello studio, che Herrerasauridae sia un clade basale di Theropoda. Da notare che l'analisi di Alcober e Martinez (2010) non presenta taxa-chiave come i silesauridi basali (Asilisaurus, Lewisuchus) né Tawa. Immesso in una versione di Megamatrice focalizzata sui taxa basali di Dinosauria, Sanjuansaurus risulta un herrerasauridae (in accordo con l'analisi di Alcober e Martinez 2010). Tuttavia, la mia analisi ha una maggiore risoluzione, dato che, a differenza di una tricotomia irrisolta dentro Herrerasauridae in Alcober e Martinez (2010), Megamatrice colloca Sanjuansaurus più affine a Herrerasaurus rispetto a Staurikosaurus. Inoltre, l'analisi colloca Herrerasauridae esterno a Theropoda, alla base di Saurischia. Eoraptor e Tawa risultano theropodi basali.
Tuttavia, è probabile che anche questo risultato sia provvisorio: come mostrano gli indici Bremer dei nodi Eusaurischia e Theropoda, molto bassi, è possibile che con pochi steps in più si possa collocare Herrerasauridae in Theropoda. 
Posizione filogenetica di Sanjuansaurus immesso in una versione di Megamatrice focalizzata sui dinosauromorfi non-averostri
Ringrazio Rutger Jansma per la segnalazione.

Bibliografia:
Alcober O.A., and R. N. Martinez. 2010. A new herrerasaurid (Dinosauria, Saurischia) from the Upper Triassic Ischigualasto Formation of northwestern Argentina. ZooKeys 63 : 55-81 . doi: 10.3897/zookeys.63.550

19 ottobre 2010

Intermezzo

In questi giorni sono un po' occupato, tra articoli theropodeschi, trasferte museali e non, e correzioni di revisioni. Il tutto farcito da connessioni letargiche che paiono riesumate dall'Era del 56k.
Per compensare, ho un simpatico aggiornamento al post sul Premio Lazendorf vinto da Davide Bonadonna.

17 ottobre 2010

Cannibalismo in _Tyrannosaurus_

In un precedente post, mi ero soffermato sulla connotazione extra-scientifica di determinati termini tecnici in uso nella paleontologia, che generano, per via del loro ibrido significato colloquiale, reazioni distorte e fraintendimenti nel lettore non professionista. Tra questi termini avrei potuto sicuramente includere "cannibalismo". Nelle scienze naturali, il cannibalismo è una tra le varie forme di predazione. Esso si differenzia dalle altre solamente per una caratteristica tassonomica: l'oggetto della predazione ed il predatore appartengono alla stessa specie. La predazione cannibalistica è relativamente diffusa in natura, e va dalla soppressione di uova non schiuse, uccisione di figli di altri della stessa specie, saprofagia su carcasse, fino alla predazione attiva "vera e propria". Tra i vertebrati terrestri attuali, essa è descritta abbondantemente tra rettili e uccelli, oltre che in vari mammiferi carnivori ed onnivori. Tuttavia, la nostra intima percezione di questo comportamento naturale, evolutosi come molti altri in quanto adattativamente funzionale (e, spesso, nemmeno percepito dall'animale come differente da qualunque altra predazione), è fortemente distorta dall'innato bisogno umano di antropomorfizzare gli altri animali. Nell'uomo, il cannibalismo (a parte i casi derivati da contingenze estreme o patologiche) ha sempre una connotazione culturale. Sia come tabù, che come rituale, il "nostro" cannibalismo sfonda gli arbitrari limiti tra natura e cultura, acquisendo connotati simbolici e valori. Tuttavia, ciò non implica minimamente che lo stesso possa applicarsi agli altri animali. Data questa premessa, doverosa e fondamentale, passiamo al recente studio di Longrich et al. (2010).

15 ottobre 2010

Partizioni ecologiche tra i dinosauri della Formazione Hell Creek


Una delle principali differenze tra paleontologia e biologia è che gli oggetti viventi della nostra osservazione sono, nel primo caso, filtrati, distorti, manipolati. Tale manipolazione non si riferisce prettamente alla deformazione diretta dei fossili, bensì al contesto nel quale tale fossile si è formato, si è preservato ed è stato raccolto. Come ripeto spesso, un dinosauro mesozoico non è "un fatto" bensì un'interpretazione.
Come interpretare l'associazione di numerose specie di grandi dinosauri nelle stesse formazioni geologiche? Quanto della originaria associazione biologica (la biocenosi) è rappresentata nell'associazione dei resti fossili (la tanatocenosi)? Come dedurre la biocenosi estinta (un'interpretazione) dalla tanatocenosi (il "fatto")? L'ecologia attuale ci dice che la coesistenza stabile nel tempo di grandi animali di specie differenti nel medesimo areale è possibile a patto che le specie non siano in competizione diretta. La non-competizione diretta si raggiunge in vari modi, ad esempio, sfruttando differenti risorse, oppure abitando differenti ambienti, oppure, sfruttando le stesse risorse nel medesimo ambiente ma in momenti differenti (ad esempio, alternandosi durante le ore della giornata). Quali di questi fattori sono osservabili nei fossili, e quali possono essere la causa delle antiche comunità a dinosauri. In uno studio pubblicato oggi, Lyson & Longrich (2010) si sono posti queste domande relative alle comunità a dinosauri della Formazione Hell Creek della fine del Cretacico in Nordamerica.

14 ottobre 2010

And the Lazendorf Paleoart Prize 2010 goes to...

In questo blog ho parlato spesso di Paleoarte Seria, Vera e Matura, contrapposta al "paleo-fantasy", alle pessime forme di plagio, alla dinomania infantile che intasa la rete e spesso distoglie l'attenzione dai veri professionisti. Ovviamente, qualcuno potrà criticarmi che sono un giudice parziale e schierato, che esalta i "suoi amici" e diffama e ingiuria gli altri. Ovviamente, sarebbe più corretta una valutazione imparziale ed al tempo stesso autorevole. Ad esempio, una commissione al più alto livello possibile di credibilità scientifica e paleoartistica. Essa esiste. Ogni anno si celebra il Meeting Annuale della Society of Vertebrate Paleontology (SVP), il massimo incontro di paleontologi dei vertebrati al mondo. Il Meeting del 2010 si è svolto a Pittsburgh (USA), ed è concluso ieri. Ogni anno, all'interno del Meeting, una apposita commissione valuta e premia le migliori forme di paleoarte ed illustrazione paleontologica, quelle nelle quali, proprio come rimarcato spesso nei miei post sulla paleoarte, sia evidente la sinergia tra capacità artistica, competenza scientifica e bellezza creativa. Quest'anno, il Premio Lazendorf della SVP per la migliore illustrazione scientifica in Paleoarte va a...

12 ottobre 2010

Un possibile allosauroide spagnolo?

Pérez Garcia et al. (2010) ri-descrivono i resti frammentari di un femore di theropode dal Cretacico Inferiore spagnolo. I resti originali andarono distrutti in un incendio nel 1932, ma attualmente persistono dei calchi, da cui gli autori hanno potuto ricavare alcune informazioni sulla morfologia del reperto.

Come iscriversi all'APPI

Consiglio caldamente a tutti i lettori italiani di questo blog di iscriversi all'APPI., la giovane associazione che unisce i paleontologi della Rinascita Dinosaurologica Italiana, paleoartisti  di grandissimo valore e tanti appassionati di ogni età. Già la copertina dell'ultimo bollettino, una tavola inedita realizzata da Davide Bonadonna, dimostra che la nostra associazione ha una marcia in più nel panorama delle associazioni scientifiche e culturali italiane.

11 ottobre 2010

Impronte di uccelli africani del Giurassico Medio?

Ho scritto, in più occasioni, che il futuro della paleontologia dei theropodi è nel Gondwana, in buona parte ancora poco conosciuto. Ho anche scritto, in più occasioni, che il Giurassico Medio è la fase "oscura" dell'evoluzione dei dinosauri in cui si differenziano le principali linee che persisteranno nel resto del Mesozoico, e che sicuramente riserva le principali scoperte per collegare i grandi rami evolutivi dei theropodi. Pertanto, qualsiasi reperto dal Giurassico Medio del Gondwana è un prezioso tassello meritevole di studio approfondito. Il post di oggi parla proprio di uno studio recentissimo effettuato su un reperto scoperto a metà degli anni '80 del XX secolo. Si tratta di una lastra dal Giurassico Medio del Marocco contenente alcune serie di orme tridattile di piccole dimensioni. Il reperto è estremamente interessante, dato che le orme sono state attribuite a possibili uccelli primitivi.

10 ottobre 2010

Un Oviraptoridae alla bolognese...

La paleontologia è, prima di tutto, un'ottima occasione per mangiare e bere in compagnia. Da sinistra, Filippo Bertozzo, Federico Fanti ed il vostro paleo-blogger. (Foto di Anna Giamborino)
Ieri, sono stato a Bologna per una consulenza theropodologica chiesta dal nostro Federico "Neptunidraco" Fanti. Assieme a me era anche il nostro Marco "Kemkemia" Auditore. 
Il motivo di questo incontro risale al 2007, quando l'allora dottorando Federico si trovava in spedizione in Mongolia assieme al team di P.J. Currie. Durante quella spedizione, Federico scoprì i resti di un nido fossile di oviraptoride. Nei 3 anni successivi, l'esemplare, estratto e conservato ad Ulan Bator, capitale della Mongolia, è stato preparato per essere finalmente studiato. Ciò è avvenuto a partire dal settembre 2010, quando Federico è tornato in Mongolia per eseguire misurazioni e fotografie dell'esemplare, e prelevare campioni di sedimento e di gusci delle uova.

08 ottobre 2010

I 5 Cicli di Bakker


Il mito inizia dove finisce la storia? Oppure, rovesciando l’ottica, la storia inizia dove il mito scompare? Per quanto gli ultimi secoli di illusione democratica e sociale abbiano ampliato il casting del palcoscenico degli eventi, incrementandolo con le gesta di borghesie e proletariati, persiste ancora l’idea che la Storia, quella con l’iniziale maiuscola, sia appannaggio di pochi Eroi, idealizzazione di oligarchie aristocratiche e nobiliari. Ancora oggi, nel nostro mondo nominalmente egualitario, la massa persiste nelle sue più misere idolatrie, consumando neuroni ed energie per adorare i rotocalchi ed il gossip sulle imprese e gli amori di non ben qualificati personaggi Very Important People. Il mito degli eroi, la Storia dei Grandi, è palese nel modo con cui, a livello divulgativo, ricordiamo l’Antichità. Il caso estremo, a mio avviso, è la storia egizia, ridotta a carrellate di Dinastie, quasi che il Tempo fosse esso stesso un’espressione del nobile lignaggio. Questo mito ha contaminato anche la paleontologia dei theropodi, o, almeno deve avere inciso nella creazione del caso più simile ad una storiografia Dinastica della Nobiltà dinosauriana che sia mai stata creata. Ovviamente, una simile mitizzazione dell’evoluzione dei dinosauri non poteva che avere come Sommo Poeta altri se non il Profeta della Resurrezione Mesozoica, Robert Bakker. 

Not bully for brontodiplodocus



Il vostro paleo-blogger riflette sulla tassonomia dei diplodocidi ma non riesce a restare serio...


Il titolo del post è un omaggio a S. J. Gould, ed al suo famoso libro del 1991 (a sua volta, una raccolta di saggi pubblicati su Natural History).
Ho atteso una giornata, per avere modo di valutare i fatti con ponderazione, discutere con alcuni amici (in particolare, Simone Spinosaurus Maganuco) e constatare che anche i sauropodologi convengono su questa linea interpretativa. Altrove è stato esposto nel dettaglio; qui esporrò la mia interpretazione dei fatti.
In breve, i fatti: una nuova bonebed a sauropodi è stata rinvenuta nella parte inferiore della Formazione Morrison. La bonebed è straordinaria come qualità e preservazione dei reperti. La scoperta, estrazione e preparazione dei resti è stata eseguita da una società privata specializzata in commercio di fossili. Questa stessa società ha pubblicato un articolo in cui descrive questi resti, istituisce un nuovo taxon di diplodocide, Amphicoelias brontodiplodocus, e espone alcune ipotesi rivoluzionarie e estremamente eterodosse sulla tassonomia dei diplodocidi. 
Il problema di fondo è che la pubblicazione è chiaramente priva di valore scientifico, dato che non rispetta le procedure formali per una pubblicazione scientifica valida. Ad esempio, la pubblicazione è autoprodotta e non ha subito apparentemente alcun processo di revisione da parte di esperti in sauropodi, che possano certificarne la validità e correttezza. Inoltre, gli esemplari non sono depositati in un istituto scientifico pubblico, rendendo l'eventuale controllo e analisi da parte di terzi incerto o impossibile. Questi fatti implicano che la pubblicazione, e di conseguenza la specie A. brontodiplodocus, non sono scientificamente validi e non meritano ulteriore commento.
Tuttavia, mi voglio soffermare sull'ipotesi radicale presente nella pubblicazione, per analizzarne la logica.

06 ottobre 2010

Coming Soon: Tutto quello che credevamo di sapere su Diplodocidae era sbagliato?

Se questo studio si rivelasse corretto, sarebbe la più colossale rivoluzione nel campo dei sauropodi da quando Bakker dimostrò che non potevano vivere sommersi.
Ho bisogno prima di sentire il parere di alcuni esperti in sauropodi, prima di esprimere un giudizio. Per ora, mi limiterò a esporre questa straordinaria ipotesi, basata su un ritrovamento altrettanto straordinario.

Prossimamente, su Theropoda...

_Tyrannosaurus rex_ (Osborn 1905): nascita di un'icona

Ieri ricorreva il 105° anniversario della pubblicazione dell'articolo che istituiva Tyrannosaurus rex (Osborn 1905). Se andiamo a rivedere quel breve articolo (nel quale vengono anche istituiti Dynamosaurus imperiosus, poi risultato sinonimo di Tyrannosaurus rex, e Albertosaurus sarcophagus), appaiono evidenti le connotazioni che avrebbero reso questo taxon uno dei fossili più famosi al mondo, oltre che uno dei rari casi di icona mitologica post-moderna mediata dalla paleontologia.

04 ottobre 2010

Postosuchus, the Best Pet in the Phanerozoic

Quei geniacci teppistelli di Andrea Pirondini e Davide Bonadonna ne hanno combinata una delle loro.
Chi non vorrebbe un crurotarso triassico come animale da compagnia?

Avvertenza: nessun crurotarso è stato maltrattato durante la realizzazione di questa pubblicità.

02 ottobre 2010

Ipercarnivoro e Superpredatore

Caricatura di un superpredatore ipercarnivoro

Il linguaggio scientifico ha due obiettivi primari: essere chiaro ed essere univoco. L'ambiguità, la sfumatura poetica, metaforica, l'imprecisione, tipiche del linguaggio comune, devono essere il più possibile evitate nella discussione scientifica. Per questo, ad ogni termine scientifico, corrisponde una definizione che ne chiarisca e delimiti in modo netto il significato.
Ovviamente, i ricercatori sono esseri umani, inseriti in un contesto linguistico, storico e culturale, da cui traggono ispirazione, e da cui sono comunque influenzati. Per questo, sovente, i termini scientifici, creati ad uso e consumo della disciplina a cui fanno riferimento, sono spesso "contaminati" dall'esterno. Ciò non è un male, se si è sufficientemente maturi e competenti per comprendere che un termine, per quanto suggestivo, è solo il guscio esteriore di una definizione interna più importante. Alcuni esempi chiariranno:

Scusate la spudoratezza (autopromozione... ;-))

Due Geosaurini (non in scala) - by Dimitry Bogdanov, 2010

Vi segnalo questo articolo su Discovery News, riguardante l'articolo di Andrade et al. (2010) a cui recentemente ho dedicato un post della serie su Neptunidraco.

Il motivo della segnalazione, che ammetto essere vanesio, sta nel fatto che sono stato contattato recentemente dall'autrice dell'articolo per un'opinione riguardante lo studio di Andrade et al (2010). La mia risposta (articolata in tre parti) è stata ridotta all'osso (per esigenze giornalistiche)... comunque, è menzionata in fondo all'articolo.
Per correttezza, sottolineo che anche se nell'articolo si dice che io sono parte del Museo Geologico Capellini, io in realtà sono solo un collaboratore esterno, e non sono interno all'Università di Bologna, né al Museo Capellini.

01 ottobre 2010

Non di solo osso vive il paleontologo: cartilagine degli archosauri e colore del piumaggio in un theropode acquatico

Due studi, apparentemente privi di collegamento reciproco, sono stati pubblicati oggi. Essi sono accomunati dal riguardare parti molli che, generalmente non lasciano tracce fossili, ma che, alla luce dei nuovi metodi di indagine paleontologica, sono ora nell'ambito della ricerca scientifica.