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08 agosto 2008

Le Chimere: miscugli tafonomico-mentali, figlie delle umane debolezze

In paleontologia, una chimera è un assemblaggio di resti ossei appartenenti ad almeno due taxa distinti, che viene erroneamente interpretato come un genuino taxon naturale. Le chimere sono, nella migliore delle ipotesi, l’effetto di fenomeni naturali (il mescolamento dei resti di animali distinti operato da agenti naturali prima e dopo la fossilizzazione), oppure, nella peggiore, artefatti umani (generati per creare fossili accattivanti da vendere o eclatanti scientificamente).

Alcune chimere hanno costellato la storia della paleontologia dei teropodi, sia di tipo “naturale-onesto” che “artificiale-disonesto”. Curiosamente, la maggioranza delle chimere è legata al dibattito sull’origine degli uccelli: un attrattore e catalizzatore di interessi e suggestioni capace di deformare l’occhio del paleontologo onesto (inducendolo a interpretare resti di taxa distinti come un solo animale) e, purtroppo, di stuzzicare il palato del fottuto falsario (come notate, non sono molto indulgente verso i produttori di chimere intenzionali).

Altri taxa, genuini, hanno invece una tale combinazione “anomala” di caratteri da poter essere scambiati per possibili chimere. Ciò è spesso l’effetto della nostra naturale tendenza a semplificare la realtà evolutiva: piuttosto che ammettere l’esistenza di una linea nuova ed “inattesa” tendiamo a vedere un nuovo animale dall’anatomia “ibrida” come un assemblaggio innaturale di taxa già noti e “previsti”.

Due esempi paradigmatici di entrambi i tipi di chimere.

“Protoavis” è la più enigmatica e discussa delle chimere “oneste”. Inizialmente interpretato come un uccello molto primitivo risalente al Triassico Superiore, avente una morfologia “ibrida” rispetto alle “aspettative filogenetiche” (più basale di Archeopteryx per il postcraniale, ma più derivato nel cranio) ed oggetto di un acceso dibattito, è risultato essere una chimera derivante dall’errata associazione dei resti postcraniali di un teropode basale (probabilmente un piccolo coelophysoide) e dei resti craniali di un rettile drepanosauride (due taxa che coesistono nella formazione da cui proviene “Protoavis”). Alcuni caratteri postcraniali dei coelophysoidi ricordano gli uccelli (in particolare l’estesa ossificazione del sacro e del tarsometatarso), mentre il cranio dei drepanosauridi è molto simile in alcuni tratti a quello degli uccelli (per convergenza, dato che il resto del corpo è quello di un diapside molto basale e preclude qualsiasi ragionevole ipotesi di parentela stretta): pertanto, è probabile che all’origine di “Protoavis” ci sia stato il classico mix di ossa giuste (simili a quelle di uccelli primitivi) nel posto sbagliato (in associazione) così da risultare plausibilmente vero.

“Archaeoraptor” è un ipotetico paraviale avente un mix di caratteri da dromeosauride e da uccello. Sebbene oggi sappiamo che tali “ibridi” sono realmente esistiti, in quanto la base di Paraves è ricca di forme aventi un mix dei caratteri ritenuti precedentemente “tipici” di Dromaeosauridae o di Aves (Jeholornis e Rahonavis ne sono i migliori esempi), è risultato che “Archaeoraptor” è un falso, un assemblaggio di parti di due paraviali distinti, per la precisione un dromaeosauride basale, Microraptor e un coevo uccello yanornithide. Un falso, artefatto apposta per ingannare e, probabilmente, per vendere bene: purtroppo la sua pubblicazione su National Geographic Magazine ha avuto l’effetto di amplificare più le polemiche contro l’ipotesi di un’origine dinosauriana degli uccelli (tramite un meccanismo il-logico di generalizzazione perversa che ha penalizzato i numerosi fossili genuini e la grandissima maggioranza degli onesti appassionati) piuttosto che accentuare nel pubblico la consapevolezza che i fossili sono un bene collettivo che richiede maggiore attenzione nei confronti di falsari e speculatori.

Nota finale. Notate come spesso il nome della chimera alluda alle intenzioni di chi la vede (per errore) o la costruisce (per lucro): i prefissi “Archaeo” e “Proto” sono la trasposizione nominale, e quindi l’investitura implicita, di un concetto evoluzionistico iper-semplicistico ed ingenuo, che pretende, spera e impone di rinvenire fantomatici “anelli di congiunzione” e “forme di transizione” nella documentazione fossile. Io non nego l’esistenza di organismi estinti la cui anatomia risulti essere, a posteriori, intermedia tra quella di altri, tuttavia, faccio notare che la probabilità di rinvenire tali forme è estremamente bassa (i processi di diversificazione evolutiva sono probabilmente più liberi e caotici, cladistici e non filetici, ed è altamente improbabile che si conformino felicemente alle nostre narrazioni macroevolutive) e che spesso l’investitura a “fossile transizionale” avviene più per la nostra inconscia tendenza a categorizzare in base a pochi caratteri (ritenuti “chiave” perché facilmente ordinabili lungo una serie lineare) che per un’effettiva “transizionalità generale” degli organismi scoperti.

7 commenti:

  1. Questo post è il (1o?)fiore della pianta cresciuta sotto gli auspici del post vecchio n.1 sulla percezione dei dinos su 'Geomythology'.
    Non puoi immaginarlo, ma sono felice di vedere questa collaborazione "tra saperi scientifici" fiorire così bene, a dispetto di quanti, amici ed addetti del mio ambito scientifico, reputassero poco plausibile quest'operazione (come avevo detto nei primi due posts).

    Posto sul mio blog il link diretto a questo blogarticolo.
    Sarà utilissimo (e citato) quando "pubblicherò" on-line i risultati del sondaggio e del III post sulla percezione dei dinos (c'è tempo: fine agosto almeno)

    "Guardate la ricostruzione, essa è riassumibile nella formula:

    Protoavis = (Archaeopteryx + Euparkeria)/2.

    Un classico animale mitico estrapolato sulla base di un'ipotetica linea di modificazione unforme che va dal "tecodonte" Euparkeria ad Archaeopteryx.

    Ogni aspetto dell'animale deve esprimere proprio la continuità evolutiva nella sua forma pià lineare, semplice ed assolutamente priva di perturbazione storica. Forse, un animale simile avrebbe potuto evolvere in un ambiente artificiale isolato da tutto e vincolato solamente ad una serie ridotta di pressioni ambientali... Eih! Ma tale ambiente esiste, ed è proprio quello nel quale si è originato Protoavis: il cervello umano! Ciò lo rende un perfetto animale geomitologico!"
    [21 luglio 2008 11.44]

    ANTICIPO DAL POST DEDICATO ALLA PSICOLOGIA ANALITICA DEGLI ATTORI DIETRO AL CASO DEL PROTOAVIS e DELL'ARCHAEORAPTOR (ometto citaz.):
    "Megalancosaurus è lo spostamento di energia libidica sull'oggetto finalmente trovato (un Euparkeria atteso da tanto e ipostatizzato), in modo tale da ottenere la realizzazione heilmanniana dell'iconico 'Proavis'. L'Archaeopteryx resta come II pietra di paragone.
    Cambia solo il nome del 1o elemento, ma l'equazione proposta da Cau alla presentazione [...] del fenomeno nel mio post del [...] è valida. La formula è testata e riproponibile come analisi di fenomeno[...].
    L'Archaeoraptor è 'geniale': i Czerkas si sono bruciati nella scotomizzazione della colpa [=spinta volontaria nel profondo, ignorando i pericoli del ritorno del rimosso], allontanata come il dubbio iniziale circa la sua autenticità. La forza libidica agisce sull'esterno raddoppiata (l'instenza con cui vollero a tutti i costi il reperto) per effetto dello spegnimento apparente dell'energia psichica contraria che proviene dal soffocamento del dubbio[...].
    La strada psichica intrapresa, grazie a/a causa del contributo di altri protagonisti più o meno onesti [...] ha portato i coniugi ad un divario essenziale ed epistemologico con la "scienza ufficale" e il loro museo s'è fatto carico di una mostra e di articoli vari in cui doppioni non accettati ma battezzati secondo canoni para-ufficiali(cfr. Epidendrosaurus Scansor. etc...poi riconosciuti come doppioni etimologici) facevano bella mostra di sè.
    Finalmente i coniugi ottenevano il dissolvimento dal mondo semi-accettato della paleontologia (hanno sempre manifestato un senso di taciuta inferiorità e insofferenza nei confronti dei "Ph.D.s" - loro non lo erano. Ma queste cose "dicunt", nè sono io qui a puntare il dito: suppongo e basta). L'alterità promossa spinge i due a sentirsi accerchiati e perseguitati; quindi, perseverando nella strada scelta non possono non incorrere nel rischio di inflazione psichica: ora, pars pro toto, incarnando loro la scienza ufficiale, si sono fatti "martiri" (dal gr. 'testimoni') della situazione attuale, profeti in patria [...]".

    Ometto il resto, sperando di non aver nuociuto alla chiarezza.

    I disegni sono splendidi: ripeto, chiarezza ed efficacia combinate in una sintesi eloquente.
    Grandi doti in un oratore scientifico.

    Se la mia tesi andrà bene (nonostante il lavoro e i rallentamenti vari), spero possa andare in porto un progetto di specializzazione post-laurea speclst.sulla geomitologia (ce n'è bisogno davvero di questi infami tempi di rigurgito neo-antidarwiniano e di critica alle scienze umanistiche).

    PS: ti ringrazio davvero per la sinergia di intenti: è raro trovare persone così "open-minded" (o almeno a me è capitato così finora, eccetto una sola eccezione-il prof. relatore della mia futura tesi-fortunatamente!).
    Sto davvero pensando ad un articolo (congiunzione di sforzi e d'intenti) sulla geomitologia e i dinosauri.

    A prestissimo (+complimenti)

    Leo

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  2. "Sto davvero pensando ad un articolo (congiunzione di sforzi e d'intenti) sulla geomitologia e i dinosauri."


    Un articolo? Perché non un libro a 4 mani sui dinosauri visti contemporaneamente dai nostri due punti di vista complementari? (io un progetto leggermente diverso l'ho già in cantiere... se ne può parlare fuori dal blog) Ognuno dei due ha quel minimo di conoscenza dell'ambito dell'altro per permettere un lavoro sinergico che non appaia "forzato".

    Io la butto lì... di tempo per valutare l'idea ce n'è...

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  3. leoamba@virgilio.it

    [per comunicazioni sinergiche]

    Ottima idea. Spero solamente poi l'opera ultimata non giaccia inoperosa in un cassetto...
    ma in effetti questo non lo credo.
    Sarebbe certamente innovativa-perlomeno un punto di vista peculiare.
    Di manuali sulla geomitologia in Italia non ne esistono e appena l'esiguo numero di due volumi sono stati pubblicati in tempi recenti, i quali hanno ottenuto un discreto impatto scientifico (entrambi della Mayor; persino Horner ne ha commentato uno). Non esiste nemmeno uno studio ragionevolmente comleto sulla storia delle religioni e i fossili (ma questo lavoro è gravoso: bibliografia da creare ex.novo...per questo spero-incrociando le dita-in un fondo post-laurea speclstc a venire).

    IMHO potrei adoperare la mia conoscenza della sociologia, psicologia analitica e Sto.de.Rel.
    Poi, con i dinosauri, tutto è possibile (intendo, interesse generale)...conoscenze ne abbiamo.

    No, l'idea non è così peregrina come sembra.

    Fretta non ce n'è. Tempo ne abbiamo.
    L'estate matura. Raccoglieremo il mosto (e le idee) nel tempo a venire.

    Leo (a presto)

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  4. NEWS SUL TETANURE POLACCO:
    Direttamente dalla DML, sul Dragone-"voglio-essere-anch'io-un-tetanure"-polacco, in data odierna, a proposito di chimere e dell'occhio che vuole vedere ciò che si aspetta:

    --------------------------------
    "To forestall the departure of David Marjanovic... :)

    David thinks (like some others) the "Dragon" may in fact be a hybrid of theropod and "rauisuchian" material. Not saying it's not for sure, consider however this:
    - the workers took this as one of the possibilities from the beginning;
    - new and new material (of different individuals) is still in the process of excavation or preparation, bones sometimes in association, rarely in articulation; some of it (Niedzwiedzki, pers. comm.) makes the case clear;
    - workers know what they are talking about (Sulej decribed a new species of rauisuchid in JVP in 2005) - but this is of course only an argument by authority;
    - the mixture of primitive ("rauisuchian"-grade), through coelophysoid, up to advance tetanuran features is expected in a big Late Triassic theropod;
    - foot tracks (and some of the bones, like femur) undoubtly point to a big theropod, most parsimonously would be to assume that's the same animal."
    Dawid Mazurek dawidmazurek@wp.pl
    Date: Sun, 10 Aug 2008

    >"some of it (Niedzwiedzki, pers. comm.) makes the case clear"-senza specificare (ovviam. attendendo una risolutiva descrizione) siamo al punto di partenza.
    > the mixture of primitive ("rauisuchian"-grade), through coelophysoid, up to advance tetanuran features is expected in a big Late Triassic theropod:
    mi vien da dire-dinosaur is in the eye of the beholder! ;-)

    Che altro? Attendiamo con curiosità
    LEO

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  5. Sgnalo volentieri un volume teropodologicamente attivo in uscita sul mercato anglosassone
    "Feathered dinosaurs:The Origin Of Birds" di John Long e Peter Schouten, Oxford University Press, USA, 2009.

    SITO DESCRIZIONE UFFICIALE:
    http://www.oup.com/us/catalog/general/subject/LifeSciences/EvolutionaryBiology/?view=usa&ci=9780195372663

    AMAZON(+alcune belle immagini in puro stile sibbickiano/gurneriano dell'illustratore Peter Schouten):
    http://www.amazon.co.uk/Feathered-Dinosaurs-Origin-John-Long/dp/0195372662/ref=sr_1_61?ie=UTF8&s=books&qid=1218551380&sr=1-61

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  6. I disegni visibili su Amazon ritraggono Nemegtomaia + Microraptor (altri teropodi sono visibili..andate a vedere!)
    Qui info dal blog del disegnatore:

    http://natural-history-books.blogspot.com/2008/05/review-of-feathered-dinosaurs.html

    http://natural-history-books.blogspot.com/2008/05/feathered-dinosaursa-word-from-artist.html

    Se volete vedere ancora un agile Eotyrannus lengi fronteggiare un corazzato nodos., andate alla pag. delle edizioni australiane:
    http://www.andrewisles.com/AndrewIsles/search.cfm?UR=27442&search_stage=details&records_to_display=50&this_book_number=3

    A presto
    Leo

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  7. Interessante articolo:

    http://etd.lib.ttu.edu/theses/available/etd-06272008-31295019149276/unrestricted/31295019149276.pdf

    Fabio M

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